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    Eremo delle Carceri  

Orari Visita:
da Pasqua a Novembre 06.30 > 19.15
da Novembre a Pasqua 06.30 > al tramonto

Uscendo per Porta Cappuccini,salendo verso il monte Subasio, si giunge all’Eremo delle Carceri. Questo magnifico complesso è immerso nel verde ed è situato in una gola tra due coste del monte. Ciò lo rende un posto particolarmente silenzioso ed ameno, molto adatto ad una tranquilla preghiera. All'inizio del cristianesimo alcuni eremiti si rifugiarono in questa parte del monte e dettero vita ad un insieme di grotte nelle vicinanze di una cappellina rupestre chiamata Santa Maria carcerum o ad carceres, in riferimento alla vita lontana dal mondo circostante.

San Francesco scelse questo luogo per rifugiarsi in contemplazione insieme ai suoi primi compagni. All'inizio del Trecento vi si rifugiarono dei Fraticelli, protetti dal comune di Assisi dalle persecuzioni di Giovanni XXII , prima di essere cacciati definitivamente dal ministro generale Gerardo degli Oddi nel 1340. Infine, nel 1373, venne concesso a Paoluccio Trinci, fondatore dell'Osservanza, che costruì le prime celle. Nel 1426 il convento fù ampliato da San Bernardino da Siena ed attualmente ne conserva intatto le sue caratteristiche.

Arrivati all'esterno del complesso, si accede ad esso attraverso un arco ornato da una Madonna col Bambino tra San Francesco e Santa Chiara. Oltrepassato questo arco ci si incammina verso il monastero percorrendo un viale sterrato contornato da bassi muretti. Si accede al convento oltrepassando un voltone oltre al quale si apre una suggestiva terrazza a pianta triangolare, chiamata il chiostrino dei frati, che si affaccia a strapiombo sul fosso delle Carceri. Al di sopra di questo fosso è costruito il convento formato da due ali che si uniscono ad angolo retto. Sopra la porta d'ingresso al convento c'è murato un monogramma di San Bernardino; all'interno vi è il refettorio con semplici tavoli quattrocenteschi,ma non è visibile.

Al piano superiore è situato il dormitorio che ha una parete incassata nella roccia del monte in cui si aprono delle cellette dei frati. In un'ala del chiostrino sulla destra è stata ricavata una cappella per l'ufficio liturgico (1970).

Attraverso una bassa tettoia si accede alla cappella di San Bernardino dove nell'arco c'è una scritta che recita: SANTO FRANCESCHO PUOSE QUESTA CAPELLA EL NOME DI SANTA MARIA.

La cappella è coperta da una volta ed è decorata da una Crocifissione e San Francesco risalente agli inizi del XV secolo; sulla fronte dell'altare c'è dipinto lo stemma dei Monti di Pietà. L'unica finestra esistente è chiusa da una piccola vetrata raffigurante una Madonna col Bambino, proveniente dalla Francia. Di seguito si giunge alla primitiva cappella di Santa Maria delle Carceri, ricavata nella roccia viva.

All'altare si trova un dipinto di Tiberio di Assisi raffigurante la Madonna col Bambino e San Francesco, affrescata sopra una Crocifissione risalente alla fine del Duecento. Accanto si trova il coretto dei frati (non accessibile); gli stalli in legno risalgono addirittura ai tempi di San Bernardino.

Scendendo da una ripida scalinata si arriva alla grotta di San Francesco divisa ora in due sezioni. Nella prima si trova il giaciglio ricavato nella roccia in cui san Francesco si riposava utilizzando un tronco come cuscino; nell'altra si trova la celletta dove il santo si ritirava in preghiera. All'esterno si può osservare un buco nel piancito, attraverso il quale si vede il fondo del burrone aperto dal demonio cacciato da frate Rufino; tale episodio è riportato nei Fioretti di San Francesco.
Da qui si può cominciare la passeggiata lungo il percorso francescano. Secondo una leggenda, si tramanda come il fosso sottostante il convento fosse stato prosciugato dal santo per non far disturbare, con il rumore dell'acqua, le preghiere dei frati.

Si può notare anche un enorme leccio secolare dove si narra che gli uccelli sostassero per ascoltare le parole del santo. Salendo per una rampa sulla sinistra si giunge alla cappella della Maddalena, dove si trova sepolto il beato Barnaba Manassei, ideatore dei Monti di Pietà.

Nel bosco sovrastante si trovano pure le grotte del beato Rufino e del beato Masseo. Appena passato un ponticello si trova la statua bronzea di Vincenzo Rosignoli che rappresenta San Fratesco che libera le tortorelle. Da qui ha inizio il sentiero di San Francesco immerso nel verde dove si rivive la semplicità francescana e si raggiunge quel misticismo che è narrato nei Fioretti. Vi si trova poi un naturale altare composto da due grosse pietre. Al di sotto di questo si trova la grotta di fra' Leone e dalla parte opposta ci sono le altre grotte dei compagni di Francesco: Antonio da Stroncone, Bernardo da Quintavalle, Egidio, Silvestro e Andrea da Spello.

Testi Gentilmente offerti da: Editrice Minerva Assisi