Home | Privacy  | Modalità d'uso

Questo sito Web utilizza il software Macromedia®FlashTM. La versione in uso di Macromedia Flash Player non è aggiornata e non può riprodurre il contenuto creato.

Scaricare e installare la versione più recente? L'operazione richiede pochi minuti.
 Come raggiungere Assisi
 Storia di Assisi
 La città di Assisi
 Basilica di San Francesco
 Basilica di Santa Chiara
 Cattedrale di San Rufino
 Santa Maria degli Angeli
 San Damiano
 Eremo delle Carceri
 le altre Chiese
 Piazza del Comune
 Anfiteatro Romano
 Torre del Popolo
 Tempio della Minerva
 Palazzo Capitano del Popolo
 Fonte Piazza del Comune
 Rocca Minore
 Rocca Maggiore
 Assisi Web Cam
 Previsioni Meteo
 Previsioni Meteo Assisi
 Perugia
 Trevi
 Gubbio
 Norcia
 Cascia
 Montefalco
 Spoleto
 Todi
 Orvieto
 Spello
 Torgiano
 Cascate delle Marmore
 Santuario La Verna
 Grotte di Frasassi
 Cucina Umbra
 La Strada del Sagrantino
 La Strada dell'Olio
 Link Amici
     
 
    Basilica di San Francesco  

Orari Visita:
Basilica Inferiore
da Pasqua a Novembre 6.30 > 18.50
da Novembre a Pasqua 6.30 > 18.00
Basilica Superiore
da Pasqua a Novembre 8.30 > 18.50
da Novembre a Pasqua 8.30 > 18.00

Alla morte di s. Francesco, avvenuta presso la Porziuncola il 3 ottobre 1226, la salma venne trasportata dalla cappella tra i boschi della valle alla chiesa di S. Giorgio nell'immediato suburbio assisano, per scongiurare eventuali tentativi di furto da parte della rivale Perugia. Il 29 marzo 1228 Simone di Pucciarello, cittadino di Assisi, donava a frà Elia, in nome e per conto di papa Gregorio IX, un terreno nel vocabolo Colle dell'Inferno, ubicato all'esterno delle mura e utilizzato per le esecuzioni capitali, al limite inferiore del colle dove il pendio piegava bruscamente verso la valle del fiume Tescio.
Il 29 aprile Gregorio IX annunciava di voler edificare una specialis ecclesia che fungesse insieme da tomba del santo e da caput et mater dell'ordine dei Minori, concedendo indulgenze a coloro che avessero contribuito alla costruzione della basilica. Frà Elia fu incaricato di raccogliere offerte in denaro per la costruzione di una chiesa e di un convento per i religiosi. Il 17 luglio, il giorno successivo alla canonizzazione di s. Francesco, Gregorio IX poneva la prima pietra della nuova chiesa.
Nelle intenzioni originarie, l'edificio doveva presentare un aspetto assai semplice, ispirato agli ideali pauperistici del primo Francescanesimo. I lavori procedettero speditamente, e il 25 maggio 1230 la salma poteva essere tumulata in una cella appositamente predisposta sotto l'altar maggiore. Con l'ascesa alla carica di generale di frà Elia (1232-1239) prevalse l'idea di fare del monumento la prova tangibile dell'enorme diffusione del Francescanesimo.
La parte già costruita venne trasformata in un’enorme cripta, che per la natura scoscesa del sito servì da basamento ad una seconda chiesa che fu ad un tempo aula monastica, chiesa della predicazione e cappella papale. La primitiva copertura a capriate venne sostituita da massicce volte a crociera, con grossi costoloni ispirati alle forme del Romanico lombardo, sotto lo sguardo vigile di frà Elia, al quale le fonti francescane assegnano il merito della costruzione.
Quando frà Elia cadde in disgrazia, scomunicato da Gregorio IX nel 1240 per l'amicizia che lo legava all'imperatore Federico II, salì alla testa dell'Ordine l'inglese Aimone da Faversham. A questi forse si deve la chiamata ad Assisi di maestranze oltremontane, che determinarono l'adozione di forme più slanciate ed eleganti, nella luminosa aula della chiesa superiore, confrontabili con esempi del gotico angioino. Non si conoscono i nomi degli architetti autori del progetto. Giorgio Vasari fa il nome di un Jacopo Todesco, padre di Arnolfo di Cambio. La storiografia ottocentesca di lingua tedesca ha invece esaltato il ruolo di Filippo da Campello, che sembra però essere stato amministratore piuttosto che architetto. Un'altra ipotesi fa il nome di un maestro Paolo Luprandi, citato come testimone in un documento del magio 1239; un'altra infine identifica l'architetto della basilica superiore in frà Giovanni da Penna, che nel 1238 costruiva l'acquedotto per portare acqua al convento. La costruzione fu condotta a termine nell'arco di un ventennio. Doveva essere già ultimata nel 1253, quando Innocenzo IV ne consacrava solennemente gli altari, e incaricava Filippo da Campello di provvedere alla decorazione utilizzando le elemosine lasciate dai pellegrini.
Insieme alla chiesa, Gregorio IX promosse la costruzione di un palazzo papale e di un convento, già utilizzato nel 1230 da una comunità di frati. Il palazzo papale era ultimato prima del 1239; vi dimorava frà Elia con grande scandalo dei confratelli. Il convento venne ampliato a più riprese tra i secc. XIV e il XV, e raggiunse l'aspetto definitivo al tempo di Sisto IV (1471-1484), che fece costruire il chiostro e la grande scarpa verso Perugia, dove venne collocato un suo ritratto monumentale. In seguito all'esproprio ei beni ecclesiastici seguito all'Unità nazionale, il convento divenne proprietà dello Stato, che vi ospitò un Convitto per gli orfani. Nel 1929 è tornato alla comunità Conventuale.
All'esterno, l'edificio consta di due chiese sovrapposte e indipendenti, simili nella pianta a navata unica, ma non perfettamente coincidenti, con un transetto fortemente sporgente.il complesso della chiesa e del convento fu pensato per una veduta di scorcio della piazza inferiore, a causa della forte pendenza del terreno che impedì di costruire la facciata della chiesa inferiore, accessibile da un portale laterale.
La chiesa superiore ha una semplice facciata a capanna; è costruita tutta in calcare bianco, tranne gli enormi contrafforti in pietra rossa nei fianchi, sei per lato. L'abside, altissima, è divisa in due zone da una cornice: linferiore, di forma semicircolare, sorretta da robusti archi rampanti; la superiore, poligonale, con tre grandi finestre. A ridosso del fianco sinistro si alza l'altissima torre del campanile romanico, costruito insieme alla chiesa e forse già ultimato nel 1239 quando venne fusa una campana. E' diviso in tre piani da cornici di archetti pensili spartiti da lesene, e termina con una cella campanaria aperta da tre arcate. La cella terminava con una cuspide, che venne demolita nel 1530.

Testi Gentilmente offerti da: Editrice Minerva Assisi